LA CICOGNA BIANCA: CHI E’
NOME COMUNE: Cicogna bianca
NOME SCIENTIFICO: Ciconia ciconia
ALTEZZA: 1 metro circa
APERTURA ALARE: 2 metri circa
PESO:  3-5 chilogrammi
PIUMAGGIO: interamente bianco ad eccezione delle penne remiganti nere; il becco e le zampe sono arancioni nell’adulto e nerastri nel giovane
HABITAT: Vive in ambienti aperti come paludi o pianure erbose, dove può trovare facilmente cibo; per nidificare sceglie punti molto alti e scoperti, come la cima di edifici o di tralicci elettrici.
ALIMENTAZIONE:  La cicogna è esclusivamente carnivora: si ciba di insetti, anfibi, rettili e piccoli roditori.
COMPORTAMENTO: la cicogna bianca è una specie gregaria e coloniale. La coppia è monogama (quindi il maschio e la femmina restano insieme) solo nella stagione riproduttiva, perché è necessario che entrambi i partner partecipino attivamente all’allevamento dei piccoli, dandosi continuamente il cambio. Poi, anche per effetto della migrazione (che comporta circa il 50% di mortalità per bracconaggio e folgorazione sui cavi elettrici), la coppia non si mantiene da un anno all’altro.
RIPRODUZIONE:  a marzo-aprile la femmina depone 5-6 uova, covate da entrambi i genitori per 32 giorni. Le uova vengono deposte con un intervallo di 36 ore l’uno dall’altro, per cui alla schiusa nascerà il primo piccolo e poi, a scalare, tutti gli altri. A circa 85 giorni di età i giovani sanno volare, per cui abbandonano i nidi e, in agosto, sono pronti a intraprendere la migrazione verso i quartieri di svernamento.
ROTTA DI MIGRAZIONE: la maggior parte delle cicogne che transitano in Piemonte migrano attraverso la Valle Stura di Demonte (Cuneo) per poi percorrere la Francia meridionale e la Spagna: molti individui si trattengono già nel Sud della Spagna per trascorrere il periodo invernale, mentre altri soggetti si spingono fino al Nord Africa (Marocco, Algeria e Tunisia). Ad ogni primavera, poi, le cicogne faranno il tragitto inverso per ritornare nei siti di nidificazione; solo le giovani cicogne rimarranno in Africa per i primi 3 anni di età, periodo corrispondente alla loro immaturità sessuale.

WHITE STORK: WHO IS IT?
COMMON NAME: White stork
SCIENTIFIC NAME: Ciconia ciconia
HEIGHT: about 1 meter
WING SPAN: about 2 meters
WEIGHT: 3-5 kilograms
PLUMAGE: entirely white except for black remiges; the bill and legs are orange in the adult and blackish in the young
HABITAT: it lives in open spaces like swamps or grassy plains, where it can easily find food; choose very high and uncovered points for the nest, such as the top of buildings or electric pylons.
FOOD: the stork is exclusively carnivorous: insects, amphibians, reptiles and small rodents.
BEHAVIOR: the white stork is a gregarious and colonial species. The pair is monogamous (so the male and the female remain together) only during the breeding season, because it is necessary that both partners actively participate in the breeding of the chicks, alternating each other. Then the pair does not maintain itself from one year to the next, due to migration (which involves about 50% mortality through to poaching and electrocution on electric cables). 
REPRODUCTION: in March-April, the female lays 5-6 eggs, brooded by both parents for 32 days. The eggs are laid with an interval of 36 hours from each other, so the first chick comes to life first and then all the other after it. After 85 days young storks can fly, so they leave their nests and, in August, they are ready to begin the migration to the wintering quarters.
MIGRATION: most of the storks that transit in Piedmont migrate through the Stura Valley (Valle Stura di Demonte, Cuneo) and then fly through southern France and Spain: many of them spend winter in the south of Spain, while others go as far as North Africa (Morocco, Algeria and Tunisia). Every spring storks will make the way back to return to the nesting sites; only young storks will remain in Africa for the first 3 years, a period corresponding to their sexual immaturity.


LA CICOGNA BIANCA: PERCHE’?
In molti Paesi europei, come Alsazia e Andalusia, è facile osservare le cicogne costruire i loro grandi nidi sui tetti delle case. In Italia, invece, la Cicogna bianca è estinta dal 1700 come nidificante. Per fortuna la cicogna ha mantenuto la rotta migratoria sull’Italia, cercando sporadicamente di nidificare.

Proprio nella campagna cuneese, attorno a Racconigi, le cicogne non sono mai mancate: ogni primavera, come ogni autunno, era possibile osservare alcuni esemplari in sosta durante la migrazione. È solo con un tentativo di nidificazione di una coppia nel 1980, fallito purtroppo per bracconaggio, che emerge con forza l’idea di tentare un progetto scientifico per reintrodurre la specie in Italia.
Fu così che nel 1985 grazie alla collaborazione tra la Lega Italiana Protezione Uccelli e l’ornitologo Bruno Vaschetti, proprio a Racconigi, venne avviato il primo progetto italiano per riformare una colonia nidificante di cicogna bianca.
Con l’aiuto del primo centro cicogne europeo - fondato da Max Bloesch in Svizzera nel 1948 -  e sotto la supervisione scientifica del naturalista friulano Fabio Perco, arrivarono a Racconigi le prime 10 cicogne: ospitate prima in voliera, vennero a poco a poco liberate. Già nella primavera ’86 nidificava la prima coppia di cicogne in libertà, dando inizio ad una nuova generazione di cicogne italiane.
E così nel tempo si è ricostituita una colonia stabile di cicogne nidificanti: ogni anno, infatti, circa 30 coppie si riproducono nella zona, occupando sia le piattaforme appositamente predisposte sui comignoli delle case sia le sommità di castelli e campanili. Grazie agli anelli di riconoscimento forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente, è stato possibile constatare che ogni anno si fermano a Racconigi, per il periodo riproduttivo, cicogne marcate in Svizzera, Germania, Francia, e viceversa, cicogne inanellate sui nidi a Racconigi, sono state osservate in Olanda, Danimarca, Francia, Spagna fino ai paesi del Nord Africa.
Il progetto LIPU per la ricolonizzazione della cicogna bianca è quindi ben riuscito e ora prosegue, dedicandosi al monitoraggio delle coppie nidificanti e al recupero dei soggetti feriti.
In molti Paesi europei è cosa consueta osservare le cicogne nidificare sui tetti delle case: basta andare in Alsazia o in Grecia per ammirare questi eleganti trampolieri sostare indisturbati sulla sommità degli edifici. In Italia, invece, la Cicogna bianca è estinta, come nidificante, dal 1700: questo significa che la specie era presente nel nostro Paese solo come visitatore occasionale, durante il passo migratorio e che, solo raramente, si verificavano sporadici tentativi di nidificazione.
Proprio nella campagna cuneese, attorno a Racconigi, le cicogne non sono mai mancate: ogni primavera, come ogni autunno, era possibile osservare alcuni esemplari in sosta durante la migrazione. È solo con un tentativo di nidificazione di una coppia nel 1980, fallito purtroppo per bracconaggio, che emerge con forza l’idea di tentare un progetto scientifico per reintrodurre la specie in Italia.
E così che, in collaborazione con la Lega Italiana Protezione Uccelli e grazie all’esperienza dell’ornitologo Bruno Vaschetti, proprio a Racconigi, viene avviato nel 1985 il primo progetto italiano per riformare una colonia nidificante di cicogna bianca.
Grazie all’aiuto del primo centro cicogne europeo, fondato da Max Bloesch in Svizzera nel 1948, arrivarono a Racconigi le prime 10 cicogne che, ospitate prima in voliere, vennero poi liberate. Già nella primavera ’86 nidificava la prima coppia di cicogne in libertà, dando inizio ad una nuova generazione di cicogne italiane.
E così nel tempo si è ricostituita una colonia stabile di cicogne nidificanti: ogni anno, infatti, circa 30 coppie si riproducono nella zona, occupando sia le piattaforme appositamente predisposte sui comignoli delle case sia le sommità di castelli e campanili. Grazie agli anelli di riconoscimento, è stato possibile constatare che ogni anno si fermano a Racconigi, per il periodo riproduttivo, cicogne marcate in Svizzera, Germania, Francia, e viceversa, cicogne inanellate sui nidi a Racconigi, sono state osservate in Olanda, Danimarca, Francia, Spagna fino ai paesi del Nord Africa. L’inanellamento, infatti, è un metodo scientifico, coordinato in Italia dall’Istituto Nazionale Fauna Selvatica di Ozzano Emilia (Bologna), che permette, grazie ad una codifica internazionale, di ricostruire le storie individuali degli animali e di scoprire, così, i percorsi che hanno compiuto, i tempi di sopravvivenza e molte altre informazioni sulla loro biologia.

WHITE STORK: WHY?
In many European countries, as Alsace and Andalusia, it is easy to observe storks building their big nest on the roofs. In Italy, however, the White Stork has been extinct since 1700 as breeder. 
Fortunately, storks maintained the migration route over Italy, sporadically trying to nest.
Just in the Cuneo countryside, around Racconigi, storks have never been missing: every spring, like every autumn, it was possible to observe some of them stopping there during the migration. Thanks to a nesting spontaneous attempt in 1980, unfortunately failed for poaching, the idea of a scientific project to reintroduce the species in Italy emerges strongly.
In 1985, thanks to the collaboration with the Italian Association for Bird Protection and the ornithologist Bruno Vaschetti, in Racconigi, it was born the first Italian project to reform a nesting colony of White Storks.
With the help of the first European stork Center - founded by Max Bloesch in Switzerland in 1948 - and under the scientific supervision of the Friulan naturalist Fabio Perco, the first 10 storks arrived in Racconigi: first hosted in aviary, then gradually left free. Already in the spring of ‘86, the first pair of storks were nesting in nature, starting a new generation of Italian storks.
Nowadays a stable colony of nesting storks is reconstituted: every year, in fact, about 30 pairs reproduce in the area on chimneys and on the tops of castles and bell towers. Thanks to the coloured rings on storks’ leg (given by the Institute for the Environmental Protection and Research), it has been possible to see every year in Racconigi storks arriving from Switzerland, Germany, France, and, at the same time, storks ringed in Racconigi have been observed in Holland, Denmark, France, Spain and even in North Africa.
The LIPU project for the reconstitution of the White Stork is therefore successful and now continues, dedicating itself to monitoring the breeding pairs and recovering the injured subjects.

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